Facciamo il punto con Roberto Galli, presidente dell'Associazione Mandamentale Alta Valtellina dell’Unione del Commercio e del Turismo.
Santa Caterina Valfurva continua a essere isolata a causa della frana del Ruinon e, quest’anno, l’inverno che sta per arrivare ha un sapore diverso per i nostri colleghi operatori del commercio e del turismo: sull’attesa per la riapertura della stagione dello sci, di solito caratterizzata da un clima di fervore in vista dell’arrivo degli ospiti, incombe l’ombra dell’isolamento. E lo stato di emergenza, col suo cronicizzarsi, si è trasformato in una condizione con cui è difficile convivere. Facciamo il punto con Roberto Galli, presidente della nostra associazione Mandamentale Alta Valtellina, che in questi giorni si è fatta promotrice di un’iniziativa a favore degli operatori di Santa Caterina Valfurva.
Qual è la situazione odierna di Santa Caterina Valfurva e, di conseguenza, lo stato d’animo degli operatori del commercio e del turismo?
«Come tutti sanno, la strada provinciale che porta a Santa Caterina Valfurva continua a restare chiusa. Procedono purtroppo a rilento i lavori per la messa in sicurezza della frana del Ruinon, che dal giugno scorso sta destando apprensione prima con i suoi movimenti, quindi con la successiva caduta di massi. Per i nostri colleghi operatori di Santa Caterina, già duramente colpiti dalla perdita degli incassi dell'estate, crescono comprensibilmente la preoccupazione e il bisogno di certezze riguardo al futuro che li attende e alla soluzione, che si auspica definitiva, dell'annoso problema del Ruinon. In particolare, ora sta giustamente aumentando l’inquietudine per l’avvio della stagione invernale ormai alle porte».
Quali sono le possibilità per una soluzione rapida?
«Siamo costantemente in contatto con la Provincia di Sondrio che ha organizzato una task force di interventi per riaprire la strada al più presto o, quantomeno, prima dell'inizio della stagione turistica invernale. L’attenzione è alta e il monitoraggio è costante, ma al momento non ci sono certezze, anche per via della complessità del cantiere».
L’Unione, tramite la sua Associazione Mandamentale Alta Valtellina che lei presiede, ha deciso di dare un segno tangibile di vicinanza, attraverso quali iniziative?
«Voglio innanzitutto dire che, a fronte di questa situazione, manifestiamo piena solidarietà nei confronti dei nostri colleghi di Valfurva. Siamo sensibili a quanto accaduto e vogliamo essere vicini agli imprenditori del turismo e del commercio, così duramente colpiti nelle loro attività. Certo, siamo consapevoli che possiamo fare poco, nondimeno l’Unione, tramite l’Associazione Mandamentale Alta Valtellina da me presieduta, ha deciso di dare un segno tangibile di vicinanza mettendo a punto una raccolta fondi che abbiamo scelto di chiamare ‘I love Santa Caterina’. Stiamo definendo gli ultimi dettagli e, non appena possibile, divulgheremo ampiamente questa iniziativa attraverso tutti i canali di comunicazione, social compresi, con una pagina Facebook dedicata e un proprio sito www.ilovesantacaterina.it.».
A chi è rivolta la raccolta fondi?
«È aperta a tutti indistintamente, ma, in particolare, è rivolta ai cittadini della nostra Valle e soprattutto agli operatori dei nostri settori. Quanto raccolto servirà per mettere in campo una o più iniziative che verranno decise dagli operatori destinatari degli aiuti, a cui rivolgiamo in ogni caso l'invito a contattare gli uffici dell'Unione per ogni segnalazione o richiesta».
Un invito a tutti, dunque, a partecipare.
«L'augurio è che questa iniziativa possa andare a buon fine con un atto di generosità da parte di ciascuno. Invitiamo, dunque, tutti - valtellinesi e non solo, anche i clienti affezionati a Santa Caterina -, a farsi parte attiva partecipando alla raccolta fondi. Va tenuto presente che le donazioni effettuate saranno interamente deducibili da parte sia delle imprese sia dei privati che faranno le elargizioni».